La pandemia da COVID-19 ha alterato il sistema economico su scala globale.
La logistica, al centro degli scambi commerciali mondiali, è stato uno dei settori che ha subito gli impatti negativi piú significativi.
L’evoluzione della supply-chain con il COVID-19
A partire dai primi anni duemila le aziende manifatturiere, sotto pressione per l’innalzamento del costo del lavoro, sono state spinte a ricorrere sempre piú frequentemente alla delocalizzazione della produzione, soprattutto verso il continente asiatico. Questo fenomeno ha determinato evidenti implicazioni nell’interconnessione e dipendenza delle supply-chain europee nei confronti di Paesi terzi.
Le restrizioni dovute all’aumento dei contagi da COVID-19 hanno comportato la modifica del volume di personale impiegato nel settore logistico, dal trasporto su strada al personale portuale, con relativi ritardi nelle operazioni giornaliere; d’altro canto, le misure di quarantena per navi merci proveniente da Paesi con un elevato numero di contagi si sono sommate ai disagi vissuti dall’intero settore, comportando un clima di insicurezza e difficoltá.
Data l’interconnessione delle supply-chain, un ritardo nella produzione o nella consegna di una materia prima in Asia riesce a determinare ripercussioni sulla produzione del prodotto finito nel continente europeo e, conseguentemente, nella consegna al cliente finale.
La crisi dovuta al COVID-19 ha fatto emergere le evidenti problematiche dovute alla dipendenza delle aziende europee da fornitori esteri, rendendo cristallina la fragilità del settore produttivo europeo.
Le grandi multinazionali europee si sono dunque attivate per ridisegnare i sistemi produttivi, adattandoli adattarli al futuro post COVID-19 attraverso un focus sulla vicinanza della produzione al mercato di sbocco.
Per molti prodotti la sostutizione del fornitore con un omologo più vicino geograficamente può non essere facile a cause dei possibili costi elevati. La soluzione è dunque in mano a una logistica una più efficiente e flessibile, che riesca a incrementare la rapidità di reazione dell’azienda ai cambiamenti del mercato.
L’evoluzione delle supply-chain delle aziende europeo verso un modello basato sul just-in-time ha portato ad una diminuzione delle scorte di magazzino per materie prime e prodotti finiti, determinando dunque la diminuzione della flessibilità operativa soprattutto nei picchi di domanda. La crisi causata dal COVID-19 ha evidenziato la necessità di migliorare i tempi di reazione ove necessario, e quindi valutare nuovamente la capacitá di migliorare i sistemi di stoccaggio.
BRIDGE nasce e cresce al fianco delle imprese europee per garantire una transizione sostenibile verso una rilocalizzazione delle attività produttive nel continente europeo.
La digitalizzazione del trasporto su strada è al centro della rivoluzione della supply-chain verso una struttura più efficiente, flessibile e sostenibile.